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al testo di Carlo Ricci
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Guardo al passaggio invernale là in fondo nell'aria c'è un bosco contenuto nel suo volto di velluto, fosco.
Vi cerco foglie che non ci sono impagino brani ancora spogli di me, che non conosco
bianco è questo foglio, dentro non escono parole, ma rami del tempo vuoto.
E ancora tracce d'inverno nei prati rilassati dal silenzio dietro strami di foschia, al centro il mio paesaggio e malinconia
dove vorrei crescessero parole e arbusti mentre lo sguardo s'allontana su quel foglio che fugge nel transito, verso l'ora nuova.
Ascolta allora il rumore del bosco. Ascoltalo con gli occhi dei rami è come un singhiozzo; la luce, a Marzo non è ancora un taglio nell'ombra e quanto cielo d'inverno è passato fra fronda e fronda, se il cielo è una ferita ancora aperta, tra radice e foglia. Ma ora ho riunito tutte le foglie nel vento e guardo al ricordo dei giorni del freddo del sole velato, dei graffi ruvidi e d'ogni spiegazione raccolta. Così torno nel rumore del vento, da dentro sfoglio il lento soffio d'Aprile. |
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